Coronavirus e figli di genitori separati: due settimane a testa e colloqui giornalieri su Skype5/4/2020 E' quanto deciso dal Tribunale di Verona con ordinanza del 27 marzo dopo che il padre (presso il quale era collocata la minore) aveva presentato ricorso per chiedere che fossero sospesi, in questo periodo di quarantena, i diritti di visita della madre, onde evitare che ciò potesse aumentare il rischio di contrarre il virus. Il Giudice Veronese, con un provvedimento "originale" ha respinto il ricorso e disposto che la figlia rimanga in via alternata presso l'abitazione di ciascun genitore (resdenti in diversi comuni) per uguali periodi di 15 giorni, questo finchè durerà l'emergenza. Due settimane senza vedere uno dei propri genitori sono comunque parecchie e per ovviare a ciò è stato disposto che ogni giorno alle 18:30 (salvo diverso accordo sull'orario) la figlia videochiami l'altro genitore. Inoltre, posto che la madre è priva di patente, il Giudicante ha altresì disposto che il padre fosse onerato di andare a prenderla e riportarla presso l'abitazione della madre nei tempi stabiliti. La pronuncia del Tribunale di Verona è interessante e tenta di risolvere il dibattito che si è aperto tra operatori del diritto sui diritti di visita ai tempi dell'epidemia; sia chiaro, vedere i propri figli (minori) è certamente un diritto anche in tempi di quarantena e le indicazioni date dal Viminale confermano la possibilità di spostarsi per andare a trovare i propri figli secondo le modalità previste nei provvedimenti che dispongono sui diritti di visita, ma ci si chiedeva se in questo momento tali diritti potessero essere esercitati in sicurezza e se vi fossero altre strade percorribili. C'è, infatti, chi ritiene che debba prevalere il diritto alla salute pubblica e che quindi tali visite debbano essere vietate, chi invece sostiene che il diritto del figlio minore di poter vedere entrambe i genitori non possa essere limitato fino a tal punto; personalmente il nostro consiglio è quello di usare il buon senso, stringere i denti e ridurre le visite, magari sostituendone alcune con l'aiuto della tecnologia (sacrificio non certo di poco conto per il genitore non collocatario), ma ogni situazione è diversa e non è sempre facile fare determinate scelte: il Tribunale di Verona ha offerto questa soluzione alternativa. Avv. Riccardo Giroldini |